SANPRECARIO vs UNION VOLTARONCAGLIA 3-2

Mancano cinque minuti alla fine della partita, una gran bella partita, hai dato tutto, te, i tuoi compagni e anche gli avversari. Sei passato in vantaggio e ti hanno ripreso cinque minuti dopo; nel secondo tempo sono passati loro ma in due minuti il risultato è tornato di nuovo in parità; poi a dieci minuti dalla fine hanno segnato e ora li stai assediando nella loro metà campo. L’allenatore vuole una possibilità in più e allora te, un centrocampista, fuori e dentro una punta.
Il tempo di questa partita è volato, solo ora focalizzi, in tribuna ci sono più di trecento persone che hanno cantato e incitato le due squadre; ti avvicini alla panchina, saluti i compagni, il mister, sei stanco, vai verso le docce, passi la panchina avversaria, stringi le mani agli avversari, lo meritano, ti incammini e poi senti gli applausi… …lo stadio ti batte le mani, sono in piedi, ti volti verso la tribuna e ricambi, con naturalezza, senti l’ovazione… …ora ti sei reso conto e ridi… …stai giocando fuori casa, sei nello stadio degli ospiti, porti il numero sei e la maglia della squadra avversaria, ma ti sembra di essere a casa, come in un giorno di festa … …è proprio una giornata particolare…

E’ proprio una giornata particolare per il San Precario, nell’aria c’è tensione, come prima di qualcosa di importante, ogni tifoso, dirigente e giocatore la sta vivendo con le proprie scaramanzie, con i propri riti.
Oggi esordiamo all’Appiani, lo storico stadio di Padova e della sua squadra; siamo nel centro della città e qui tutto sembra essere diverso. Le gradinate in cemento della tribuna danno il senso di un luogo carico di storia; noi siamo nella tribunetta coperta a sinistra abbiamo il velodromo e vediamo le cupole del Santo. La partita è alle 14.30 ma dirigenti e Supporters sono a ultimare gli ultimi preparativi già dalle 13.00; cominciano ad arrivare in tanti, percorrendo i duecento metri di stradina tra le case, varcando il cancello dei ricordi, per molti è un ritorno, o quello del mito, per chi non c’è mai stato l’Appiani, rimane sempre uno stadio della serie A, per decenni considerato uno dei migliori terreni da gioco della nazione. Il clima è irreale, il sole splende, c’è chi stende gli striscioni , fatti a mano la sera prima, uno controlla il megafono, altri preparano l’entrata e il bar per la partita ed il terzo tempo; negli spogliatoi si parla poco, c’è quello che ha nascosto la birra nella sacca, porta bene dice lui, da quando lo fa non si è mai perso, un altro mette la testa sotto la doccia fredda, è nervoso dice, si deve calmare. Poi l’appello, la chiamata dell’arbitro e si va in campo.
A vederli dalle tribune fanno effetto, maglie e calzettoni granata, calzoncini bianchi, si schierano salutano il pubblico e li partono novanta minuti di emozioni.

I Supporters cantano sempre, più forte quando prendiamo il primo gol e nei cinque minuti in cui pareggiamo; sono passati venti minuti e arriva ancora gente, famiglie, bambini, donne, studenti tanti amici di giocatori e delle squadre. Il primo tempo e’ di buon livello, siamo un poco intimoriti dal campo e dagli avversari, ma ci siamo, e il tifo sostiene l’animo della squadra.
La squadra capisce, e si adegua; sono tempi di passione, dove serve un anima che brucia, serve non aver paura e prendersi quello che ti vogliono togliere.

Assistiamo al più bel secondo tempo da quando siamo entrati in questa avventura, la SanPrecario gioca a calcio per se stessa, per chi è venuto a vederla e anche per chi non c’era. Il VoltaRoncaglia ha il merito e l’onore di essere allo stesso livello, di percepire che c’è un modo, e un mondo, differente di vivere, anche lo sport anche il calcio. Azioni, gol spettacolari, senza tregua senza soluzione di continuità, segnamo e subito ci riprendono, applausi per tutti e ventidue.

A dieci minuti dalla fine, il nostro attaccante nigeriano, si mangia la retroguardia avversaria, arriva davanti al portiere, tira vedendo il difensore arrivargli da dietro, il portiere sfiora, la palla rotola a fil di palo. Calcio d’angolo. E’ il gelo, un urlo strozzato in gola; nel silenzio generale il capitano batte l’angolo, il pallone è fermo a mezz’aria, un ombra nera ci si avventa con tutta la forza e la rabbia che possiede, il portiere neanche la vede entrare, ora il ragazzo d’Africa è ha festeggiare sotto la tribuna sommerso dai compagni e soverchiato dal boato dei Supporters.
Ballano e saltano tutti per dieci minuti, è un apnea prolungata, ci mangiamo anche un contropiede, ma quasi non importa, il Voltaroncaglia ha il merito di provarci fino al fischio finale. I cori chiamano prima la squadra, poi il presidente e in fine il mister; poi c’è il terzo tempo, che durerà un paio d’ore.

E’ una festa, c’è voglia di vita di non avere paura, anzi questo sembra essere il migliore degli antidoti a chi ci vuole sottrarre il futuro, a chi ci vuole richiusi dentro casa, sotto un il controllo di uno stato di polizia. Questo sta avvenendo in tanti modi e in tanti luoghi in questi giorni, il nostro contributo è questo e non è poco…

…ora le tribune dello stadio si sono dolci dune di sabbia, il terzo tempo nell’aria del tramonto è una festa d’estate e il San Precario è mojto in riva al mare, tra sguardi di corpi e sogni…

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