Domenica 21 persso l'Officina Sociale SanPrecario, via Gradenigo 8, zona Portello a Padova dalle ore 20.00 grande cena di fine anno di tutta la Polisportiva SanPrecario e dei suoi Supporters.
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SOLO 15 EURO.
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SanPrecario vs DueCarrare 4 - 0
Alla fine rimane solo la nebbia. Dalla metà del secondo tempo alla fine del terzo, ne siamo avvolti.
E' una festa come sempre, dopo un mese siamo tornati alla vittoria. I nostri avversari sono ultimi in classifica, s'impegnano fanno quello che possono e non mollano mai. Ci siamo passati anche noi da quelle parti; c'è rispetto e considerazione perchè ci vuole coraggio, voglia e tanto amore per continuare quando le cose ti vanno male. Noi facciamo il nostro dovere, senza forzare tanto; perdiamo subito due titolari per infortunio, speriamo di recuperarli al più presto ma sarà lunga, per fortuna è vicina la pausa invernale.
Segnano tutti quelli che devono; il bomber, finalmente ripresosi dalla sbornia post-laurea, ci ha messo due settimane, il capitano, di rigore, anche lui da poco rientrato da un infortunio. Segna, con uno splendido gol da punta di razza il giovane bomber, con una magia in area che incanta e strega difensori, portiere e tutti noi che guardavamo. Poi nel secondo tempo, prima dell'arrivo della nebbia, uno dei nostri difensori, uno di quelli che è con noi fin dal primo allenamento, e che se li è fatti proprio tutti, tira una punizione capolavoro a fil di palo. La sua corsa, la sua gioia, i compagni e la panchina che lo sommergono, gli applausi e l'ovazione che vengono dai Supporters sono sempre il vero spirito del SanPrecario. Oggi entrano e giocano anche quelli che fanno tanta panchina, si disimpegnano tutti molto bene, fanno capire di aver voglia e di esserci.
Il coraggio, l'altruismo e la fantasia eccoli di nuovo sul campo e sugli spalti, dove magari siamo qualcuno in meno rispetto al solito, manca anche quello che solitamente lancia i cori, ma cantiamo ed esultiamo con i giocatori non covocati e quelli sostituiti, che subito dagli spogliatoi ci raggiungono.
Il freddo non ci fa paura, tanto c'è zuppa calda per tutti, il mondo fuori dall'Appiani un poco di più; nelle strade di una antica città, Atene, un ragazzo di quindici anni, che spesso avrà corso dietro ad un pallone, correva dietro la voglia di giustizia e libertà, una pallottola gli è corsa in contro uccidendolo; non ci saranno espulsioni o sanzioni, nessuna sufficiente. Noi, per quel che vale continueremo quella corsa... ... senza paura...
Ps. Settimana prossima riposiamo, il 21 dicembre ultima partita prima della sosta siamo nuovamente in casa al mitico Appiani, ma più importante grande cena di fine anno della Polisportiva San Precario.
E' una festa come sempre, dopo un mese siamo tornati alla vittoria. I nostri avversari sono ultimi in classifica, s'impegnano fanno quello che possono e non mollano mai. Ci siamo passati anche noi da quelle parti; c'è rispetto e considerazione perchè ci vuole coraggio, voglia e tanto amore per continuare quando le cose ti vanno male. Noi facciamo il nostro dovere, senza forzare tanto; perdiamo subito due titolari per infortunio, speriamo di recuperarli al più presto ma sarà lunga, per fortuna è vicina la pausa invernale.
Segnano tutti quelli che devono; il bomber, finalmente ripresosi dalla sbornia post-laurea, ci ha messo due settimane, il capitano, di rigore, anche lui da poco rientrato da un infortunio. Segna, con uno splendido gol da punta di razza il giovane bomber, con una magia in area che incanta e strega difensori, portiere e tutti noi che guardavamo. Poi nel secondo tempo, prima dell'arrivo della nebbia, uno dei nostri difensori, uno di quelli che è con noi fin dal primo allenamento, e che se li è fatti proprio tutti, tira una punizione capolavoro a fil di palo. La sua corsa, la sua gioia, i compagni e la panchina che lo sommergono, gli applausi e l'ovazione che vengono dai Supporters sono sempre il vero spirito del SanPrecario. Oggi entrano e giocano anche quelli che fanno tanta panchina, si disimpegnano tutti molto bene, fanno capire di aver voglia e di esserci.
Il coraggio, l'altruismo e la fantasia eccoli di nuovo sul campo e sugli spalti, dove magari siamo qualcuno in meno rispetto al solito, manca anche quello che solitamente lancia i cori, ma cantiamo ed esultiamo con i giocatori non covocati e quelli sostituiti, che subito dagli spogliatoi ci raggiungono.
Il freddo non ci fa paura, tanto c'è zuppa calda per tutti, il mondo fuori dall'Appiani un poco di più; nelle strade di una antica città, Atene, un ragazzo di quindici anni, che spesso avrà corso dietro ad un pallone, correva dietro la voglia di giustizia e libertà, una pallottola gli è corsa in contro uccidendolo; non ci saranno espulsioni o sanzioni, nessuna sufficiente. Noi, per quel che vale continueremo quella corsa... ... senza paura...
Ps. Settimana prossima riposiamo, il 21 dicembre ultima partita prima della sosta siamo nuovamente in casa al mitico Appiani, ma più importante grande cena di fine anno della Polisportiva San Precario.
Mortise vs SanPrecario 1-1
Coraggio, altruismo e fantasia. Le regole del calcio in cui crediamo, le regole del Sanprecario.
C'è qualcosa di velatamente straordinario in quello che sta accadendo alla squadra. Nel senso proprio di fuori dall'ordinario. Eravamo a credito con la fortuna, un esattore coscenzioso e metodico, che da e toglie in una misura mai ben comprensibile. Abbiamo molti, tanti punti in più dell'anno passato, e questo non bisogna scordarlo, che allora di questi tempi doveva ancora partire la rincorsa e la cavalcata che ci ha visto protagonisti nel girone di ritorno.
Adesso siamo secondi, 22 punti il girone di andata quasi alle spalle. Bene tutto a posto, baci abbracci e tutti a casa... ...no... ...tutti dal medico dei matti... ...dal cardiologo... ...a fare yoga... ...non sappiamo più come raccontare le partite.
Non è che non giochiamo; non siamo fuori forma, si allenano tutti, il clima è buono, segnano anche quelli che sono in panchina, entrano e la mettono dentro.
E' che passiamo venti minuti a prendere gli avversari a pallonate, poi loro fanno una ripartenza, contropiede fate voi, il portiere ci mette una pezza, i difensori si guardano e pensano vado io che poi vai tu, ed invece no va l'attaccante per tutti e due e siamo sotto di uno.
Che problema c'è, direte voi, nessuno persiamo noi, tanto più che il numero sette della squadra di casa dopo aver dato calci a tutti, conpreso il portiere e qualcuno dei suoi compagni di squadra, si va a prendere a schiaffi sotto la doccia. Espulso.
Insomma il centro campo è nostro; nostro e di una bella pozzangherona dove pensiamo di metterci a dare calci al pallone e a qualche pesce. Ma più che dei temibili squali sembriamo degli agili delfini; belli, simpatici, bravi, ma è solo spettacolo. Passiamo un ora a divertirci così, mentre il mister grida e i supporters rispondono, cantando e imprecando, e quelli in mezzo tranquilli... ... è chiaro hanno un piano, lo devono aver per forza.
Intanto i padroni di casa, palla lunga al centravanti; questo da pescatore esperto dell'area di rigore e dai piedi buoni ci porta in giro per il campo, pare una dama di compagnia, e noi dietro con il the e i pasticcini.
Ora i padroni di casa ad ogni contatto si sentono tutti male, si contano vari mancamenti e svenimenti, uno viene portato fuori di peso dai compagni... ...pare sia morto. Non è una partita è uno spettacolo, noi che giochiamo a pallone e gli avversari che fanno il circo...
... poi cambiamo i due sull'ala destra, entarano un serio domatore, e un incantatore di serpenti, prima azione e gol.
Ecco il piano, il coraggio, l'altruismo, la fantasia; facciamo tutto in dieci minuti, giochiamo un calcio da brividi, tre azioni da calcio totale, da squadra di mostri, affamati e con il sangue a gli occhi... ... talmente affamati che ci divoriamo tre gol.
Nooo!!! direte voi; tranquilli, non importa, pensiamo noi attaccati alla rete, non è da questi particolari che si giudica una squadra. Noi vi vogliamo bene lo stesso, ci divertiamo anche così...
...ora però il sangue rischia di darci alla testa, vista l'ospitalità dei padroni di casa; è già chiaro che a fine partita non ci sarà il terzo tempo, da queste parti si usa così. Il clima ospitale lo sente anche l'arbitro che non sapendo che fare fischia la fine e tutti negli spogliatoi.
Piaciuto, divertiti; si. Facciamo tutto e il suo contrario e anche qualcosa di più; una qualità da grande squadra, direte, perchè lo siamo, aggiungiamo noi.
Domenica si torna in casa, al mitico Appiani contro l'ulima in classifica... ...il primo che dice che è facile lo mando al circo in corso australia a pulire la gabbia dei leoni... ...ma con loro dentro... ...coraggio...
C'è qualcosa di velatamente straordinario in quello che sta accadendo alla squadra. Nel senso proprio di fuori dall'ordinario. Eravamo a credito con la fortuna, un esattore coscenzioso e metodico, che da e toglie in una misura mai ben comprensibile. Abbiamo molti, tanti punti in più dell'anno passato, e questo non bisogna scordarlo, che allora di questi tempi doveva ancora partire la rincorsa e la cavalcata che ci ha visto protagonisti nel girone di ritorno.
Adesso siamo secondi, 22 punti il girone di andata quasi alle spalle. Bene tutto a posto, baci abbracci e tutti a casa... ...no... ...tutti dal medico dei matti... ...dal cardiologo... ...a fare yoga... ...non sappiamo più come raccontare le partite.
Non è che non giochiamo; non siamo fuori forma, si allenano tutti, il clima è buono, segnano anche quelli che sono in panchina, entrano e la mettono dentro.
E' che passiamo venti minuti a prendere gli avversari a pallonate, poi loro fanno una ripartenza, contropiede fate voi, il portiere ci mette una pezza, i difensori si guardano e pensano vado io che poi vai tu, ed invece no va l'attaccante per tutti e due e siamo sotto di uno.
Che problema c'è, direte voi, nessuno persiamo noi, tanto più che il numero sette della squadra di casa dopo aver dato calci a tutti, conpreso il portiere e qualcuno dei suoi compagni di squadra, si va a prendere a schiaffi sotto la doccia. Espulso.
Insomma il centro campo è nostro; nostro e di una bella pozzangherona dove pensiamo di metterci a dare calci al pallone e a qualche pesce. Ma più che dei temibili squali sembriamo degli agili delfini; belli, simpatici, bravi, ma è solo spettacolo. Passiamo un ora a divertirci così, mentre il mister grida e i supporters rispondono, cantando e imprecando, e quelli in mezzo tranquilli... ... è chiaro hanno un piano, lo devono aver per forza.
Intanto i padroni di casa, palla lunga al centravanti; questo da pescatore esperto dell'area di rigore e dai piedi buoni ci porta in giro per il campo, pare una dama di compagnia, e noi dietro con il the e i pasticcini.
Ora i padroni di casa ad ogni contatto si sentono tutti male, si contano vari mancamenti e svenimenti, uno viene portato fuori di peso dai compagni... ...pare sia morto. Non è una partita è uno spettacolo, noi che giochiamo a pallone e gli avversari che fanno il circo...
... poi cambiamo i due sull'ala destra, entarano un serio domatore, e un incantatore di serpenti, prima azione e gol.
Ecco il piano, il coraggio, l'altruismo, la fantasia; facciamo tutto in dieci minuti, giochiamo un calcio da brividi, tre azioni da calcio totale, da squadra di mostri, affamati e con il sangue a gli occhi... ... talmente affamati che ci divoriamo tre gol.
Nooo!!! direte voi; tranquilli, non importa, pensiamo noi attaccati alla rete, non è da questi particolari che si giudica una squadra. Noi vi vogliamo bene lo stesso, ci divertiamo anche così...
...ora però il sangue rischia di darci alla testa, vista l'ospitalità dei padroni di casa; è già chiaro che a fine partita non ci sarà il terzo tempo, da queste parti si usa così. Il clima ospitale lo sente anche l'arbitro che non sapendo che fare fischia la fine e tutti negli spogliatoi.
Piaciuto, divertiti; si. Facciamo tutto e il suo contrario e anche qualcosa di più; una qualità da grande squadra, direte, perchè lo siamo, aggiungiamo noi.
Domenica si torna in casa, al mitico Appiani contro l'ulima in classifica... ...il primo che dice che è facile lo mando al circo in corso australia a pulire la gabbia dei leoni... ...ma con loro dentro... ...coraggio...
SanPrecario vs Murialdina 1 - 1
E' come scalare l'Alpe d'Huez. Dobbiamo capirlo, la salita è lunga e dura, e se non siamo in grado di imporre il ritmo dobbiamo andare su del nostro passo. Siamo in fuga e ora siamo in tre e così può andare, si tratta di abbituarsi al clima dell'alta montagna. Mancanza di ossigeno, aria fredda e ostacoli e crepacci ad ogni tornante. Calma, pazienza e consapevolezza dei propri mezzi.
Brutta partita; legnosi, freddi come il clima, senza disciplina, direbbe qualcuno che ne capisce, eppure teniamo il campo, con l'esperienza, con le unghie e con i denti.
Non è un problema di uomini ma di testa, non siamo in grado di andare oltre noi stessi, non ci guardiamo non leggiamo la trama della partita. Il primo tempo vola via così, e abbiamo pure un paio di occasioni, ma il freddo chiude lo stomaco e la fame viene meno. Gli avversari lo capiscono, sono più tranquilli, fanno il loro gioco e già questo basta per imporsi.
Sugli spalti è il vero spettacolo, oggi abbiamo la prima vera tifoseria organizzata, rispondono tono su tono , impongono il ritmo , la voglia di stargli dietro, sono amici di alcuni dei Supporters, sono all'Appiani, fanno parte del gioco anche loro, hanno capito le regole e lanciano la loro sfida.
Lo prendiamo subito, il gol; dieci minuti e nella cofusione mischia in area, uscita del portiere confusione, calci, rimpalli palla in porta. Ecco pare proprio che ci siamo liberati da un peso, e come se aspettassimo da un ora che gli avversari segassero.
E' incredibile, adesso tutto sembra più semplice, il campo è nostro, il meccanismi tornano semplici, adesso l'attesa collettiva è per il pareggio.
La squadra ci crede, ha rialzato la testa, i Supporters li sostengono; sono folate, è rabbia, voglia di dimostrare che se la caccia è aperta noi venderemo cara la pelle. Una, due, tre, quattro volte arriviamo in area, poi un rimapallo un tiro deviato, scivolata, tocco di punta e palla in rete.
E' stato come cadere in acqua essendosi dimenticati di saper nuotare; panico, paura di affogare per poi tornare a galla e ricoquistare, faticosamente, la riva. Ora aspettiamo il fischio finale, come la fine di una penitenza; abbiamo accusato il primo tratto in salita, lo sappiamo, lo abbiamo capito, lo si vede nei giocatori, da come esultano, da come si abbracciano, dall'applauso prolungato ai loro tifosi che ricambiano con cinque minuti di ovazione.
Ora escono anche i tifosi avversari, si fermano sotto il nostro lato della tribuna, l'applauso è reciproco, il coro "chi ama il calcio odia il razzismo" è cantato ad una voce, adesso si va tutti insieme al terzo tempo.
Il sole tramonta, il cielo è viola, arriva il freddo, forse nevicherà... ...la salita è lunga, la vetta è lontana, ma siamo in fuga... ...con l'obbligo di rimanerci... ...godiamoci la prossima tappa...
Brutta partita; legnosi, freddi come il clima, senza disciplina, direbbe qualcuno che ne capisce, eppure teniamo il campo, con l'esperienza, con le unghie e con i denti.
Non è un problema di uomini ma di testa, non siamo in grado di andare oltre noi stessi, non ci guardiamo non leggiamo la trama della partita. Il primo tempo vola via così, e abbiamo pure un paio di occasioni, ma il freddo chiude lo stomaco e la fame viene meno. Gli avversari lo capiscono, sono più tranquilli, fanno il loro gioco e già questo basta per imporsi.
Sugli spalti è il vero spettacolo, oggi abbiamo la prima vera tifoseria organizzata, rispondono tono su tono , impongono il ritmo , la voglia di stargli dietro, sono amici di alcuni dei Supporters, sono all'Appiani, fanno parte del gioco anche loro, hanno capito le regole e lanciano la loro sfida.
Lo prendiamo subito, il gol; dieci minuti e nella cofusione mischia in area, uscita del portiere confusione, calci, rimpalli palla in porta. Ecco pare proprio che ci siamo liberati da un peso, e come se aspettassimo da un ora che gli avversari segassero.
E' incredibile, adesso tutto sembra più semplice, il campo è nostro, il meccanismi tornano semplici, adesso l'attesa collettiva è per il pareggio.
La squadra ci crede, ha rialzato la testa, i Supporters li sostengono; sono folate, è rabbia, voglia di dimostrare che se la caccia è aperta noi venderemo cara la pelle. Una, due, tre, quattro volte arriviamo in area, poi un rimapallo un tiro deviato, scivolata, tocco di punta e palla in rete.
E' stato come cadere in acqua essendosi dimenticati di saper nuotare; panico, paura di affogare per poi tornare a galla e ricoquistare, faticosamente, la riva. Ora aspettiamo il fischio finale, come la fine di una penitenza; abbiamo accusato il primo tratto in salita, lo sappiamo, lo abbiamo capito, lo si vede nei giocatori, da come esultano, da come si abbracciano, dall'applauso prolungato ai loro tifosi che ricambiano con cinque minuti di ovazione.
Ora escono anche i tifosi avversari, si fermano sotto il nostro lato della tribuna, l'applauso è reciproco, il coro "chi ama il calcio odia il razzismo" è cantato ad una voce, adesso si va tutti insieme al terzo tempo.
Il sole tramonta, il cielo è viola, arriva il freddo, forse nevicherà... ...la salita è lunga, la vetta è lontana, ma siamo in fuga... ...con l'obbligo di rimanerci... ...godiamoci la prossima tappa...
Salboro vs San Precario 0-0
La parte della fortuna. San Precario, quello vero, il santo, proprio lui. Una buona dose di fondoschiena, per dirla a chiare lettere. Abbiamo avuto fortuna, ma anche la capacità di usarla, di riconoscerla e adeguarla alla partita.
Arriviamo al campo del Salboro ed è come fare un salto nel passato; un vero campo di periferia, poca erba e tanto fango, fondo a gobbe e buche. Oggi sarà dura, e cominciamo a capire perchè i padroni di casa siano imbattibili in casa. Certo sono una squadra quadrata, senza fronzoli e che bada al concreto, e noi ci mettiamo mezz'ora per capirlo.
Proviamo a fare il nostro gioco, e qualche bella azione ci riesce pure, loro palla lunga e pedalare. Scavalcano il centro campo e sono in area, e li è territorio di caccia.
Ad un certo punto sembra di vivere la brutta copia della nostra partita precedente. Dieci minuti e si procurano un rigore, altri venti ed eccone un altro. E ora quello che non ti aspetti; palla sul dischetto rincorsa lenta, portiere da una parte palla da l'altra, ma fuori. Il secondo, identico.
Il nostro portiere giura di aver visto il santo sul palo, il mister ci crede, il presidente è sicuro; i supporters, tantissimi, attaccati alla rete e con una visuale pessimma, ci hanno capito poco ma hanno esultato tanto. Prima della mezz'ora quelli del Salboro si mangiano anche un gol di testa a porta vuota e cominciano a vedere le streghe; i ragazzi lo hanno capito e il secondo tempo si cambia registro.
Ci prendiamo campo e pallino del gioco, gli lasciamo un contropiede, che però fa male, quasi gol; è un assedio, frutto della consapevolezza de potersela giocare con tutti a viso aperto. Hanno una gran difesa e il portiere si fa rispettare, la partita è bella e vola via piacevolmente.
Il fischio finale è una consolazione per tutti, gran fatica e soddisfazione. Abbiamo coquistato un punto e tenuto la prima posizione; ora una altra partita dura, la caccia è aperta, daltronde siamo la capolista.
Siamo nella lista dei ricercati, ma abbiamo il santo dalla nostra e tanti amici... ...e la prossima è tra le mura di casa... ...nel mitico Appiani.
Arriviamo al campo del Salboro ed è come fare un salto nel passato; un vero campo di periferia, poca erba e tanto fango, fondo a gobbe e buche. Oggi sarà dura, e cominciamo a capire perchè i padroni di casa siano imbattibili in casa. Certo sono una squadra quadrata, senza fronzoli e che bada al concreto, e noi ci mettiamo mezz'ora per capirlo.
Proviamo a fare il nostro gioco, e qualche bella azione ci riesce pure, loro palla lunga e pedalare. Scavalcano il centro campo e sono in area, e li è territorio di caccia.
Ad un certo punto sembra di vivere la brutta copia della nostra partita precedente. Dieci minuti e si procurano un rigore, altri venti ed eccone un altro. E ora quello che non ti aspetti; palla sul dischetto rincorsa lenta, portiere da una parte palla da l'altra, ma fuori. Il secondo, identico.
Il nostro portiere giura di aver visto il santo sul palo, il mister ci crede, il presidente è sicuro; i supporters, tantissimi, attaccati alla rete e con una visuale pessimma, ci hanno capito poco ma hanno esultato tanto. Prima della mezz'ora quelli del Salboro si mangiano anche un gol di testa a porta vuota e cominciano a vedere le streghe; i ragazzi lo hanno capito e il secondo tempo si cambia registro.
Ci prendiamo campo e pallino del gioco, gli lasciamo un contropiede, che però fa male, quasi gol; è un assedio, frutto della consapevolezza de potersela giocare con tutti a viso aperto. Hanno una gran difesa e il portiere si fa rispettare, la partita è bella e vola via piacevolmente.
Il fischio finale è una consolazione per tutti, gran fatica e soddisfazione. Abbiamo coquistato un punto e tenuto la prima posizione; ora una altra partita dura, la caccia è aperta, daltronde siamo la capolista.
Siamo nella lista dei ricercati, ma abbiamo il santo dalla nostra e tanti amici... ...e la prossima è tra le mura di casa... ...nel mitico Appiani.
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